Dove si parla di musei civici, cose d’artista sotto formalina, infanzia e madri sagge.
Artista sotto formalina, ovvero “Annegata in un bicchier d’acqua”
Cari amici, pittori, profani,
visto che in questo periodo metto tutti i miei pupazzi a bagno, ho voluto fare una prova.
Con l’aiuto della meravigliosa brocca Bitossi, un orribile treppiede catturato su Amazon e complice, un caldo tremendo. Pochi strumenti, come al solito.
Non è facile fare la parte del feto sotto formalina. Ma vi assicuro che è stata un’esperienza simpaticamente inquietante. Avete mai visto uno di quei musei? Il Museo Barba di Gallipoli è uno dei miei traumi dell’infanzia. È un museo di storia naturale davvero carico di fascino e pieno di cose mirabili. Ed è davvero testimone delle tristi burle di madre Natura. Vi consiglio vivamente una visita se passate dal Salento.
Ad ogni modo… la mia fotografa ufficiale Paola Serio e la mia official stylist Caterina Lo Rizzo sarebbero fiere di questa cialtronata.
La rifaremo, con una qualità tecnica maggiore. Ormai è deciso. Se l’artista mette a bagno i suoi personaggi, deve prima testare l’acqua, come si fa col bagnetto dei bimbi.
Perché non si vive di sola arte, ma anche un po’ di cazzate e poi l’acqua, si sa…fa bene.
PS: Ho pensato alla parola che ho usato prima: “pupazzi”. Mi è tornato in mente che quando ero bimba desideravo dei giocattoli che non esistevano. Mi sarebbe piaciuto avere dei pupazzetti fatti come me l’immaginavo, ma non c’erano.
Altro elemento: Se vedevo un giocattolo che mi piaceva tanto, chiedevo a mia madre se per favore potevo averlo. Mia madre – sempre molto saggia – non mi diceva mai di no. Ecco che prendeva le forbici, ritagliava la figura e me la porgeva: Ecco, Sandra mia. Certo che puoi averlo!
Il sunto è che iniziai a disegnare (e a ritagliare) i pupazzi con cui volevo giocare. Ma questa è un’altra storia.
In profondissima fede
Alessandra Dell’Anna Peccarisi,
artista sotto formalina