Grotesque
Le origini
Grotesque vede la luce con le mie prime sperimentazioni espressive, quando – posato il libro di anatomia – ho sentito il bisogno di sconvolgere le forme umane per restituire allo spettatore una mostruosità totalizzante e dalle tinte caricaturali.
I personaggi sono tragicamente privi di grazia, ma non sembrano niente affatto preoccupati dalle deformità.
Come ridanciani mostri medievali, si aggirano e fanno cose attraverso scenari spesso volutamente non definiti.
Sguardi inquieti, peni orribili e deformi, arti incredibilmente spropositati e pose innaturali, raccontano interiorità ansiogene e ribollenti.









Pattern Monstrum
I temi sono legati alla storia, al mito, ai topoi della cultura classica, in un continuo palleggio di riferimenti e riferimenti di riferimenti.
Si tratta di un gioco ermeneutico che rimbomba in una stanza priva di contenuti tangibili, ma carica di suggestioni e fantasie.
Attraverso le scelte cromatiche, parlo anche delle mie origini, della terra di Puglia riarsa, assolata e dalle tinte forti. Solo i blu possono tenere parzialmente testa all’impeto accecante del rosso.
Tuttavia la ristoratrice presenza del ceruleo, del turchese e del blu di prussia non sempre è richiesta.


Grotesque, 2019 – in corso
Grotesque – se le dimensioni iniziano a contare
Dal 2019 Grotesque si impossessa di spazi creativi più ampi. I pannelli sono più grandi, il rosso è più presente e i dismorfismi dei personaggi si fanno sempre più elefantiaci e parossistici.
Come in un “Un, Due, Tre… Stella!” da incubo, ho piazzato i miei mostri sulla tela bloccandoli in posture scomode e improbabili.
Il movimento è appena accennato e tutta l’aggressività esplosiva è lì in potenza, eppure pienamente manifesta nei cromatismi accesi.

Un Mondo Nuovo
Tra i miei lavori si intrufolano temi nuovi e una visione del mondo più strutturata.
Da una parte sono sempre lì a sciorinare una beffarda (ma forse più matura?) critica sociale, dall’altro lato annuso, lontano ed esotico, l’accenno a un potenziale riscatto.
Se il progresso è possibile, il mostro può davvero esserne il promotore inconsapevole?
Carte
Acquerelli, Studi, Bozzetti
Le opere più grosse e pesanti (in ogni senso) mi scatenano sempre un parallelo bisogno di accompagnarle alla freschezza dei lavori su carta.
Spesso si tratta di studi, bozzetti preparatori, appunti.
Si tratta delle visioni ossessive, dei leit motiv che poi prendono vita evacuati su tavole di grosse dimensioni.
Sulla carta lascio la traccia del processo plastico con cui da sempre interpreto l’uso pastoso del colore.
Eppure, appena mi distraggo un attimo, ecco che alcuni lavori recitano la parte dell’illustrazione, vestendosi di un segno più grafico e fine a sé stesso.








