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Perché è così facile Annegare in un Bicchiere d’Acqua?

    Acqua Distillata, chiaramente

    Perché perdersi in un bicchiere d’acqua è così attraente

    Cosa prende? Mh… vediamo… vorrei annegare in un bicchiere d’acqua – Le porto un calice d’acqua distillata signore? – Sì, grazie”.

    Cari amici, pittori, profani,

    Inizio con un delirio tecnico:

    Per tutti voi, beginner della carta da 300 grammi, ma anche per tutti voi svogliati pittori col bicchiere sempre sudicio. Vi consiglio vivamente di usare l’acqua distillata per trattare l’acquerello. Il colore è più luminoso e la qualità dei godet si preserva. Non costa un chiaazzo. La trovate in boccioni da 5 litri al penny market. Ve la tirano dietro.

    Ovviamente questo non me l’aveva mai detto nessuno. L’ho mutuato dai consigli per l’utilizzo degli acquerelli liquidi (tipo Ecoline). Ad ogni modo, ho scoperto anche che l’acqua distillata è ottima anche per annaffiare le piante.

    Chi l’avrebbe mai detto? Distillata, quindi priva di ogni cosa, pensavo. E invece no! Alle piante basta. E agli acquerelli fa da tonico di bellezza. E pensare che ne ho buttata via tanta dal condizionatore… Ah e poi l’acqua distillata è perfetta come liquido lavavetri per l’auto. Se no vi si otturano gli ugelli!

    l’Eroico gesto di Affogare in un Bicchier d’Acqua

    Torniamo agli eroi e ai bicchieri d’acqua. Distillata, certo.

    Quando il ciclo pittorico “Abissi dove si appieda” ha cominciato a girare, sapevo che sarebbe finito su piste ciclabili impreviste. Lo sapevo e provavo molta curiosità.

    Una di queste piste ciclabili si sta snodando – in questi giorni – intorno al quartiere trito e ritrito del concetto di “eroe”. Ma in che senso? Sarebbe quantomeno idiota pensare di contribuire in modo originale a questioni su cui già la filosofia (ma anche le altre scienze dell’uomo) svolazza come una disperata nottola di minerva.

    Quindi l’unica cosa che mi sento di fare è mandare giù un po’ di inquietudini disciolte nell’acqua distillata insieme all’acquerello.

    Torniamo a noi. Vi chiedete perché per i miei eroi è così semplice annegare in un bicchiere d’acqua? E invece è una cosa difficilissima.

    Pensate che sia facile annegare in un bicchiere d’acqua? Innanzi tutto entrarci è difficilissimo. Stessa cosa se pensate di affogare in una pozzanghera. Credete sia una roba da tutti i giorni?

    Se lo fanno è perché lo desiderano moltissimo. Il mondo da cui fuggono è un mondo che non se ne fa niente degli eroi. Gli eroi dei nostri giorni sono eroi usa-e-getta. Ma anche delle persone normali se ne fa poco, il mondo.

    Anche le persone normali sono un po’ usa-e-getta. Accidenti, se ci pensate… forse siamo un po’ usa-e-getta anche tra di noi. “Così nel grande, così nel piccolo”. Invece di scomodare la sociologia, oggi ci sculacchiamo sulle ginocchia di Ermete Trismegisto.

    Quindi l’unico gesto eroico che queste larve di eroi riescono a individuare è rifugiarsi nel glu, glu, glu e nel Clof, clop, Cloch. trovare riposo in un piccolissimo abissuccio in cui appiedano.

    Perché non sono certo giorni di abissi grandi, o di fondali epici. Ma credete davvero sia così facile ristagnare in un bicchiere d’acqua?

    No, ecco. Solo un eroe della vetero-postmodernità ci può riuscire. Sventolando non-fiero la sua bandiera.

    In profondissima fede

    Alessandra Dell’Anna Peccarisi

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