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Malelingue

“In principio era il Verbo


…E il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” – E le Malelingue?

Che siano cose o segni di cose, o meglio flatus vocis, oppure ancora vox, le parole in qualche modo schiacciano i bottoni della nostra res materiale.

Indicano cose, ci fanno bene o male, modificano stati mentali, emotivi.

Siluri delle malelingue, le parole possono essere bisbigliate o sbraitate.

Le parole delle malelingue arrivano all’orecchio come diaboliche tentazioni, o come baci inconsistenti, oppure come impalpabili doni.

Malelingue in Progress


Siamo di fronte a un leit-motiv lungo quanto il mio stesso percorso artistico.

Ho conservato questo contenitore concettuale nel corso del tempo come uno scaffale su cui archiviare metodicamente ossessioni, ricerche, suggestioni.

“Malelingue” infatti è una macrocategoria che mi serve perlopiù come etichetta narrativa.

Con questi lavori sancisco con forza il potere della parola, la valenza creativa del linguaggio e l’interdipendenza tra esso e il pensiero.

“Male-lingue”, dunque, nel senso di lingue, parole la cui potenza può scatenare di tutto:

deliri, devastazioni, intenso amore, vendetta o confusione assoluta

Potere Astratto Figurato

La parola tuttavia è anche veicolo in sé; oscura e confusa, è phoné, è solo un gioco di suoni che imita il linguaggio.

La phoné non si affaccia oltre il “significante” in modo “comunemente comunicativo”;

abbaia nella nostra direzione, e ci scuote più similmente a un’opera pittorica, che alla pagina di un libro.

Artista dalla Lingua Biforcuta


La malelingua, in definitiva, non è riduttivamente chi si macchia dell’atavico peccato di “diceria”,

è chi possiede e si serve spregiudicatamente del potere creativo e assoluto della voce e in senso lato dell’arte.

Di conseguenza, anche l’artista è una malelingua e gli sguardi dei suoi “pupazzi” ammiccano pericolosamente agli astanti.

Carte

Malelingue – Acquerelli e inchiostri